[12-06-2009] J-Ax - Deca Dance
TRACK LIST:
1. Vecchia scuola (feat Jovanotti)
2. Deca Dance
3. Il commercialista (feat Marracash)
4. I bei tempi
5. Come un sasso
6. I Love Paranoia
7. Immorale
8. Come Willy l'orbo (feat Grido)
9. Anni amari (feat Pino Daniele)
10. Vendesi idolo
A pochi mesi di distanza dalle 60mila copie vendute con “RAP N’ROLL”, J-AX torna nei negozi con “DECA DANCE”, un nuovo album di inediti che prosegue e completa il discorso iniziato in precedenza. Anche qui, come in “Rap n’roll”, il titolo serve ad inquadrare il tema del disco: “Deca dance” – un titolo degno di una compila anni ’90 – è un gioco di parole che cita insieme la prima decade degli anni 2000, il periodo di decadenza morale ed economica che ci circonda, la dance “house” degli anni ’90, il “deca” degli 883, le dieci canzoni che compongono il disco e il suo prezzo (10 euro). Musicalmente “Deca dance” ricorre più spesso e volentieri all’elettronica del suo predecessore, tematicamente racconta meno J-AX e più volentieri il mondo che lo circonda.
Degli album già realizzati da J-AX “Deca dance” è forse quello più attento e incentrato sulla “forza del passato”, «forse perché ho detto tutto quello che avevo da dire su di me, e perché mi sono accorto che di alcune cose non avevo mai parlato davvero». Anzitutto musicalmente, tanti e tali sono i riferimenti alla musica degli ultimi 20 anni (oltre alla title-track, basta ascoltare “I love paranoia” e “Immorale”).
Ma non solo per quello: le dieci canzoni di questo album regalano flash di Alessandro Aleotti pre-J-AX, raccontano in musica la sua formazione, i riferimenti, le passioni: «credo di rappresentare buona parte dei trentenni, in questo senso, e di poter dire cose che magari in molti si vergognavano di dire, a quei tempi. Siamo cresciuti con i dischi dei Doors, ma anche con il disco di Natale di Heather Parisi, perché negarlo? E da parte mia, in questo disco voglio rendere omaggio alla house music anni ’90, che a quei tempi snobbavo per una sorta di “purismo” hip hop, e che a dieci anni di distanza ho rivalutato completamente».
Il disco, realizzato con la complicità/partecipazione di produttori come THG (Gemelli Diversi), Fabio B e Space One, è nato mescolando le idee i gli input di tutti e lasciando però che il risultato finale venisse filtrato e reso omogeneo dal lavoro di Guido Style, dietro il banco mixer anche in occasione del precedente “Rap n’roll”.
A impreziosire le dieci tracce quattro ospiti d’eccezione: e se l’ammirazione per MARRACASH (“Come un sasso”) e GRIDO dei Gemelli Diversi (“Come Willy l’orbo”) non è certo cosa nuova, il featuring di PINO DANIELE su “Anni amari” e quello di JOVANOTTI su “Vecchia scuola”, due brani-bandiera dell’intero lavoro, sono da brivido.
Ma più di ogni cosa, “DECA DANCE” mette in mostra la “firma” di J-AX, che ogni volta è capace di mettere in scena un mondo, e raccontarlo in modo inconfondibile.
A metà tra fumetto e vita di strada, tra i Simpson e Tim Burton, tra stardom e vita da supermercato, tra iPhone e bancone da bar, J-AX si è ritagliato un suo modo di vedere, di scrivere, di raccontare, di colpire. E che passa attraverso un’abbondanza di rimandi, di citazioni, di allusioni frullate insieme e compresse in rime, pronte ad esplodere: da Lapo Elkann ai Goonies, da Shrek a Parla con me, da Mauro Repetto a Cyndi Lauper, dai Datura a Baywatch, dai Duran Duran all’Aquafan di Riccione, il tutto senza nostalgia ma glorificando, al contrario, quello che al passato si è riusciti a rubare, portandolo con se come un piccolo tesoro: ricordi, sogni, sensazioni, sapori, idee.
“DECA DANCE”, come spesso succede nei dischi di J-AX, fa i conti con il successo, e ancora di più con l’idea odierna di successo, tema decisamente di moda. E ne offre una lettura amara e decadente, quando finisce per rappresentare l’unico porto di approdo per misurare la riuscita di una vita. Da parte sua, ALESSANDRO J-AX, oggi si ferma ad annusare le rose e si disfa volentieri delle sovrastrutture (“Vendesi idolo”): preferisce vivere, continuando a fare della musica il suo lavoro e la sua passione, senza troppi calcoli. E “DECA DANCE” lo racconta bene anche in questo.
(fonte: j-ax.it)