INTERVISTA ai SOUTH SKILLZ (20-06-2007)

CIOBIN: Innanzitutto ci raccontate un po' di voi? di come vi siete avvicinati all'hip-hop e di come avete deciso di fare un cd insieme?

SOUTH SKILLZ: Presentiamoci. Io sono SKID, sono di Bari e ho iniziato il mio percorso nell’Hip-hop nel ’99, dapprima come semplice spettatore onnivoro e poi cercando una mia collocazione tra le 4 discipline. L’amore per la scrittura e la lettura hanno fatto si che io scegliessi la via dell’Mcing.
Nel 2003 assieme ad altre teste pensanti della mia città ho fondato gli “Scriba del Caos”  un collettivo che ha avuto un discreto impatto, grazie soprattutto ai live di promozione dell’EP “Il crepuscolo degli idoli” (2004). A metà del 2004 ho stretto e consolidato la collaborazione con TEX-ONE, il quale era reduce da un progetto pluriennale: ”M1 Entertainment” che lo ha visto protagonista come Mc, nella scena barese, in collaborazione con Dj MIDA, producendo diverse DemoTape indipendenti ed un LP, “Difficile Cambiare Project” (2003), che vanta la presenza, tra gli altri, di ESA (Gente Guasta). L’unione tra me e Tex è nata in maniera molto spontanea, soprattutto grazie alle jam e ai concerti organizzati insieme, che ci hanno permesso di scambiare idee e impressioni sull’arte di fare musica, non solo rap, e che hanno posto le basi per il lavoro odierno. La propensione che ci ha legati da subito è stata l’ammirazione per i cantautori italiani e la loro musica (vera e propria fonte di ispirazione quotidiana) e la dimensione del rap più classico, fatto di intrattenimento e comunicazione diretta (KRS DOCET!) in modo da arrivare sempre e comunque alla gente che ci ascolta, dalle piazze ai centri sociali!

Questo è il vostro primo cd? come ci avete lavorato? per quanto tempo?

Tale comunione di intenti ci ha permesso di lavorare immediatamente ad un EP, “Da Mo’ Vale” (2005), che ha avuto la funzione di consolidare la nostra intesa sul palco e ci ha permesso di avvicinarci alla concezione di un mood che fosse nostro il più possibile. Questa ricerca ha determinato il fatto che TexOne iniziasse a curare personalmente le produzioni, proprio per poterci rappresentare al 100%. A novembre 2006 è uscito il nostro LP “ALLA LUCE DEL RAP”.
Il disco ha visto una gestazione di un anno, nel quale abbiamo raccolto il materiale e le idee più consone al messaggio portante: ciò che i SOUTH SKILLZ sono ALLA LUCE DEL RAP, appunto, ponendo l’accento proprio sulla dimensione comunicativa dei testi e della musica.
La scelta dei suoni è ricaduta inevitabilmente sulle sonorità che ascoltiamo da sempre e che hanno “colorato” i pezzi permettendoci di esprimere i nostri pensieri, partendo dai dischi che ascoltavamo in casa con i nostri genitori, arrivando al folk all’elettro e perfino al reggae roots, passando attraverso l’inevitabile Mecca del funk.  
Tutte le collaborazioni presenti all’interno del disco sono frutto esclusivamente dell’amicizia e della stima professionale che ci lega ai diversi artisti e ai tecnici che hanno reso possibile la realizzazione del lavoro nella massima serenità e gratificazione.
La promozione del disco ci sta vedendo attualmente impegnati in spettacoli in giro per la penisola, cercando di fornire al pubblico di appassionati e non, uno spunto di riflessione sulle situazioni che viviamo e sulla cultura che ha rivoluzionato il modo di  comunicare in ogni campo, nell’utimo ventennio, il mondo cambia se visto ALLA LUCE DEL RAP…
   
Come sono  nate le collaborazioni?

Tutte le collaborazioni presenti all’interno del disco sono il frutto della stima che ci lega, sia alle realtà più nostrane che a gente del calibro di Lamaislam e Chiodo.
Lavorare con i Frequenza Mista, con Damaxx, piuttosto che con Lady B, è stato assolutamente naturale. Noi abbiamo fornito a loro il materiale e l’idea di fondo del disco e loro sono stati assolutamente liberi di creare ciò che sentivano più vicino sia a quell’idea che alle loro esigenze espressive.
Abbiamo conosciuto Lamaislam a Bologna, grazie ad amici in comune, e parlandogli del nostro lavoro, si è mostrato assolutamente entusiasta sia delle produzioni che dei testi. Dapprima ci ha dato consigli seguendo il lavoro dall’esterno e successivamente ha accettato di collaborare direttamente, con un featuring, perché è rimasto folgorato dal beat di Tex-One.
Grazie a Lamislam, siamo entrati in contatto con Chiodo e Younes che hanno fornito al pezzo un’atmosfera e una dimensione ancora più street. Teniamo particolarmente a questa traccia del disco, sia perché esprime un pensiero comune e una concezione riscontrabile della nostra realtà, nonostante sia osservata da punti di vista molto diversi tra loro, sia perché ci ha permesso di entrare in contatto con degli artisti che hanno messo a nostra dispozione la loro esperienza sena limitarsi.

Come è stato accolto dal pubblico? e dagli addetti ai lavori?

L’accoglienza del disco da parte del pubblico è stata positiva fin da subito. Fondamentalmente la nostra, è una crew che punta molto sui live-showcase e preparando i nostri spettacoli, cerchiamo di coinvolgere il più possibile la gente e questa volta abbiamo voluto portare nel disco questa concezione, insieme ad una dimensione più riflessiva ed intimista. credo che questa varietà di atmosfere e di concetti, sia stata la strada giusta per arrivare ad un pubblico più eterogeneo. Tracce come “Mare e Sole” o  “Oggi siamo stupidi” sono molto radiofonici e gli hooks arrivano anche a chi non ascolta propriamente rap, mentre “Sangue agli occhi” o “Pagine di cronaca” utilizzano un linguaggio più crudo e diretto rivolto agli ascoltatori di settore. 
I giudizi tecnici che abbiamo ricevuto, hanno espresso particolare interesse per le produzioni, sia a livello di suoni che di mood e questo ci rende orgogliosi perchè è stata una nostra scelta molto personale. In più è stata recepita chiaramente la nostra volontà di avvicinarci al rap classico, che potrebbe sembrare anacronistico, vista l’evoluzione attuale, ma che per noi è il giusto tributo a tutto quello che ascoltiamo e viviamo da sempre e che è diventata la lente di ingrandimento attraverso la quale vediamo il mondo.

Che ne pensi delle radio italiane? E delle riviste di settore?

Per quanto riguarda il discorso delle radio, pensiamo che in questo periodo, soprattutto quelle più commerciali, mostrino una certa attenzione al fenomeno hip-hop, musicalmente inteso, e questo favorisce sia un’offerta più ampia di musica che maggior interesse da parte delle major discografiche. Crediamo tuttavia che siamo ancora molto lontani dal creare un discorso mainstream di diffusione di massa sul nostro territorio, certo la gente inizia ad essere più sensibile e meno refrattaria a certe sonorità, ma dubito che il rap entri a far parte del bagaglio musicale dell’ascoltatore medio, considerando che sicuramnte l’hip-hop non è un fenomeno di costume italiano, bensì una moda e come tale…
Capitolo a parte, le riviste. Riteniamo che siano l’unica vera voce attraverso la quale si può diffondere il pensiero di chi vive questa cultura. Le quattro discipline consentono sì una comunicazione diretta con il fruitore, ma non sempre si ha la sensibilità di arrivare in fondo al messaggio artistico, molto più efficace a tal proposito è l’intervista, nella quale l’artista può spiegarsi e spiegare la propria arte come meglio crede. Naturalmente è basilare la correttezza deontologica di chi lavora ai pezzi, che dovrebbe rispettare sia l’artista che il suo messaggio. Altro aspetto fondamentale credo sia la grafica. Da questo punto di vista le nostre riviste sono abbastanza avanti e spesso finiscono anche per indirizzare verso alcune scelte più street alcune campagne pubblicitarie.
Naturalmente non vogliamo dire che siano tutte rose e fiori, anzi, spesso leggiamo cose non proprio condivisibili o riscontriamo una farcitura zeppa di pubblicità, che talvolta, oltre ad essere di cattivo gusto, distolgono l’attenzione del lettore. E’ pur vero che tutto si giustifica con le scelte degli editori e degli azionisti che devono preservare i propri interessi economici, sta a noi cercare i canali giusti per arrivare alle informazioni che ci interessano davvero e in questo la Rete, sicuramente ci viene in aiuto!

Cosa pensi della scena dei club italiani?

Credo che ogni situazione ed ogni canale utile per esprimerci, siano fondamentali alla diffusione dell’hip-hop, tuttavia non penso che le serate nei club siano proprio il massimo, sia perché nella maggior parte dei casi la selezione verte più su un certo tipo di pezzi più commerciali, sia perché la situazione club è la vetrina per una certa tipologia di utenza, quella che vede l’HH come una moda da sfruttare per essere trandy. Probabilmente la dimensione da jam, intesa in modo classico, all’interno della quale ci si misura con tutte le arti e dalla quale sono nate le realtà più importanti della nostra “scena”, è tanto romantica quanto anacronistica, ma rimane comunque il vero habitat naturale per chi vive la Cultura ed una fonte di informazione assoluta per chi non sa e vorrebbe conoscere. Sicuramente nei club è possibile trovare selecta di tutto rispetto, molto attenti agli ultimi sviluppi e alle ultime tendenze e capaci di scatenare le dancehall, ma personalmente preferisco altre situazioni magari meno patinate, ma più spontanee e reali.
Facendo riferimento alla realtà della nostra città, credo che in ogni caso gli spazi per poter realizzare delle situazioni più club siano davvero limitate e spesso relegate all’apertura delle serate nelle varie discoteche, impedendo ai dj di esprimersi come vorrebbero coinvolgendo, loro malgrado, molto poco il pubblico.

Avete suonato dal vivo?

L’aspetto dei live è l’unica vera motivazione per la quale facciamo musica. Creare qualcosa e poter arrivare alla gente che ci ascolta è ciò che ci ripaga di tutto il lavoro e degli sforzi che facciamo per trovare gli spazi. La nostra esperienza si sta consolidando proprio grazie agli spettacoli che portiamo e che ci danno la possibilità di conoscere un mare di gente. Dalle jam alle piazze, dai locali ai centri sociali, abbiamo sempre cercato di confezionare delle esibizioni che fossero il più adatte possibile alle diverse situazioni e questo ha fatto sì che avessimo un riscontro immediato circa il nostro modo di fare musica. Nella memoria del gruppo sono sicuramente vive tutte le esibizioni, dalla presentazione del nostro disco al TPO di Bologna fino al concerto del 1° Maggio 2007 organizzato dalla C.G.I.L. a Bari, passando per il Death Match a Rimini e tutte le serate nei locali, nelle jam e nelle piazze, da Mestre a san Benedetto Del Tronto, dalla Puglia all’Emilia, dal sud al nord.

Che musica ascoltate?

Skid: Ascolto molto i cantautori italiani da De Andrè a De Gregori, da Guccini a Gaetano, sono un punto di riferimento sia dal punto di vista musicale che lirico. Non prediligo nessun genere, cerco di esplorare diverse sonorità dal rock al funk al jazz all’elettro fino al punk inglese della prima era. Riprendo vecchi dischi collezionati dai miei genitori e riscopro dei capolavori assoluti, come le orchestre di James Last che in questo periodo stanno ispirando molto da vicino la nostra musica. Ovviamente ascolto tanto rap sia italiano che straniero, e sono legatissimo alle sonorità anni novanta. Mi piacciono molto Non Phixion, Jedi Minds Trix, Pharoahe Monch, Wu-Tang ecc. Trovo assolutamente geniali, però le uscite di tutto il circuito Stones Throw e Def Jux soprattutto per le sperimentazioni nelle produzioni.
Per quanto riguarda il territorio nostrano, continuo ad ascoltare i classici e fondamentali Sangue Misto e Radical Stuff. Penso che “Anima e Ghiaccio” dei Colle Der Fomento sia un capolavoro assoluto, dalle liriche alla grafica, erano anni che non mi emozionavo così nell’ascolto di un disco.
TexOne: Per me vale lo stesso discorso riguardo i cantautori italiani, sono la maggiore influenza presente nella mia musica. Non tralascio di divorare ciò che mi capita alla ricerca di suoni che siano il più originali ed espressivi del mio modo di lavorare. Mi confronto spesso con quello che ascolto e cerco di capirne i meccanismi di ricerca e di elaborazione, in questo senso è una continua evoluzione con lo sguardo al passato.
Ho sempre avuto una predilezione per il suono West Coast, soprattutto per il cantato, ma ultimamente rivolgo la mia attenzione più verso l’hip-hop italiano perché lo vedo come un terreno di confronto. A parte i classici come i lavori di Gente Guasta, Dj Gruff, Neffa o Kaos, che restano pietre miliari, apprezzo molto il lavoro di Maxi-B & Michel, il modo di scrivere di Ghemon Scienz e l’attitudine a non prendersi mai troppo sul serio dei Sano Business. dal punto di vista musicale credo che i lavori targati SoulVille siano una certezza, per eleganza e varietà.
Skid&TexOne: Se dovessimo consigliarvi dei lavori, naturalmente consigliamo tutti gli artisti che abbiamo citato, ma soprattutto i nostri lavori, dai demo all’Lp, in particolare il nostro Street Album che sarà presto fuori e che potrete trovare anche sul nostro myspace (www.myspace.com/southskillzclick) e vi esortiamo a tenere d’occhio anche tutte le altre produzioni targate “Phat Belly Prod.” che sono in procinto di uscire. Buone nuove.  

Come pensate si possa diffondere la musica hip-hop al grande pubblico?

La diffusione passa atrraverso strade differenti e attualmente ci sono più possibilità di arrivare al grande pubblico grazie alle scelte commerciali dei network e dell’industria discogarfica, questo porta ad un offerta maggiore e alla possibilità di ricevere più informazioni. Rispetto tutti gli artisti che cercano di affacciarsi al mercato più mainstream, perché avere riscontro del proprio lavoro non è una scelta biasimabile, e le realtà che stanno venendo alla ribalta hanno comunque una gavetta alle spalle, fatta anche di frustrazioni e di bocconi amari, tuttavia auspico una coerenza dal punto di vista dell’attitudine e dello stile. I Cor Veleno, per esempio sono una delle live band più potenti in Italia e il loro “Nuovo Nuovo” ha mantenuto una dimensione da battaglia tipica del loro stile pur evolvendo la tecnica, non vedo grossi compromessi, e questo è gratificante anche per noi che ci muoviamo nel sottobosco più underground e che li ascoltiamo dai tempi di 21 Tyson.
Fibra è esploso come un fenomeno più di tendenza e di rottura, grazie ai suoi testi dissacranti e sinceramente non so quanto possa avere ancora presa sul pubblico, ma non mi compete giudicare. Mi auguro un futuro nel quale possano avere voce anche gli artisti che scelgono di non censurarsi non per provocazione, ma per coerenza e libertà di pensiero, ma questo significherebbe rivoluzionare tutto un sistema e la vedo dura. 

A cosa state lavorando?

Attualmente io e TexOne siamo impegnati nella realizzazione di uno “STREET ALBUM”, interamente concepito, prodotto e realizzato da noi per PHAT BELLY PROD. La nostra volontà è quella di dare la possibilità, a chi ci ascolta, di conoscere tutte le sfacettature dei South Skillz e lo spirito che ci muove e ci fa arrivare a creare la nostra musica. Per questa motivazione stiamo lavorando senza nessuna collaborazione né featuring, operando un recupero di suoni e atmosfere ancora più meticoloso di quello fatto nell’ Lp, e scegliendo la via della distribuzione gratuita per arrivare a chiunque lo desideri, senza che questo comporti alcun costo. Lo Street Album sarà, infatti, scaricabile gratuitamente dal nostro myspace e cercheremo di spingerlo nei live e ovunque sia possibile.
La PHAT BELLY PROD. è impegnata anche nella realizzazione di demo di artisti emergenti sparsi in tutto lo stivale, questo con la finalità di aiutare chi spesso si vede rimbalzato da promesse di collaborazione fittizie o troppo esose dal punto di vista dei costi. Noi cerchiamo di snellire tempi e costi all’osso, lavorando in totale sintonia con gli artisti e lasciando loro la massima libertà di scelta, dalle produzioni alla grafica.
     
Chi volete ringraziare?

Vorremmo ringraziare e salutare tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione dell’album: Damaxx, Dj Argento, Dj Mida, Dj XL, Dj Lord Beat, Frequenza Mista, Lady B, Nicolò Accettura, tutti i ragazzi di Bologna ed in particolare Lamaislam, Younes e Chiodo.
Un grazie di cuore va a tutti coloro che ci sostengono e supportano da Sud a Nord, chi sta imparando a conoscerci e chi ci sopporta da un vita, la vera motivazione per la quale facciamo musica: Sedh e Zor, Dj Spillo, Elda, Dock e tutta la PHAT BELLY FAMILY, Arashi, Mr Booga e tutti i VERI amici, sempre al nostro fianco senza secondi fini, invidie e manie di protagonismo. GRAZIE.

Info:
www.myspace.com/southskillzclick




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