DARGEN: Io direi di tralasciarlo completamente il discorso vendite, che non concede grandi soddisfazioni, l’accoglienza è stata buona. Io faccio il rock’n’roll dei giorni nostri, gente comune non ne conosco, conosco solo artisti, parrucchieri, pasticceri, fricchettoni, gente che vive la notte, tranvieri. In linea di massima, tutti i pareri mi arricchiscono, certo se mi contatti per dirmi il disco è bello, punto, o il disco è brutto, punto, o sei bello o sei brutto, mi arricchisci un po’ meno, ma è sempre feedback.
Come ho già scritto nella recensione del disco su zkhhp.com il tuo lavoro è difficile da collocare in determinati schemi di un genere musicale o di un modo di scrivere i testi; questo fatto non mi sembra più di tanto premeditato “a tavolino”, ma più che altro mi sembra un tuo modo originale di far musica, sbaglio?
Io cerco di fare la mia cosa come diceva nella casa Frankie Hi. Sono molto libertino nell’approccio ai generi, mi pongo il problema della sfumatura di genere solo a disco ultimato. Se conoscessi bene la musica sbaverei sicuramente meno tra i generi, ma è importante fare di vizi di forma virtù. Poi il fatto che su internet si trovino tutte assieme canzoni di generi molti diversi, sta accelerando il crollo delle barriere tra i generi, specie nelle canzoni dei generi musicali più giovanili, dato che sono i giovani che usano maggiormente internet per la musica, e con le loro playlist dettano legge, che sarà pure dura lex, sed lex.
Se si salta dai tempi di Sacre Scuole a quelli di “Musica Senza Musicisti” tutti possono notare un cambiamento netto nel tuo modo di far musica, oltre che una pausa temporale intercorsa tra i due periodi, ciò è dato da un salto generazionale naturale o ci sono stati altri motivi “scatenanti”?
Ovviamente un po’ tutte le cose che dici tu, anche motivi più personali, come sempre, per tutti ci sono motivi più personali. Solitamente tutti i cambiamenti importanti si portano dietro delle spiegazioni, ma nel mio caso non sono utili ai fini dell’ascolto delle canzoni.
Una curiosità, parlando di rap in un tuo pezzo dici nel ritornello una frase che mi colpisce “..Il rap per me è dire cose che non credi su una musica non tua, il rap per me è fare finta che domani muori..”, spiegacela meglio.
Non c’è molto da spiegare, il rap è molto semplice, entri nel personaggio, scegli un sample e scrivi una canzone, il succo è questo, la storia è stata fatta così. Nella musica country credo sia un po’ diverso, non avrebbe funzionato alla stessa maniera quel ritornello.
Ti senti di più un artista musicale o un lavoratore precario?
Lavoratore mi è sempre parsa proprio una brutta parola, sa molto di macchina per cucire con un cuore. E di musicale io ho molto poco, il minimo sindacale. Se ci fosse ancora l’esame per iscriversi in SIAE non l’avrei certo passato. Però essere classificato come artista dà sempre delle vibrazioni positive.
Ora, a disco finito e pubblicato, c’è qualcosa di esso che non ti piace? Se si, perché?
Come ha scritto Bruno Lauzi e poi ha cantato Mia Martini “sai, la gente è strana, prima si odia e poi si ama, cambia idea improvvisamente”. E’ normale che ci sia sempre qualcosa che cambieresti, la testa non smette mai di tirare conclusioni. Però è giusto che le canzoni seguano la propria via. Troverai chi apprezza una canzone che, ripensandoci, tu avresti eliminato o modificato. Io preferisco però tenermeli per me i difetti, nel dubbio che qualcuno non li abbia notati.
Quale invece reputi il miglior pregio del tuo cd?
L’idea della copertina, ne andrò molto fiero fino a che non noteranno da dove ho rubato la foto.
Stai facendo live per promuovere “Di Vizi Di Forma Virtù”? Che importanza dai ai live?
Mica tanto, suono il minimo sindacale diciamo, non è che vada matto per i live, anche se poi quando sono sul palco mi diverto e sto bene e non me ne voglio più andare, ma non sento tutto questo bisogno di farmi vedere dal vivo. Non mi piace suonare nelle grandi città perché poi hanno tutti qualcosa di meglio da fare e non viene nessuno a vederti.
Se ti trovassi costretto a restare rinchiuso in una stanza, per ventiquattro ore, con l’obbligo di ascoltarti un album in loop, quale sceglieresti?
Non saprei scegliere probabilmente. Diciamo Beach Boys, Good Vibrations, il cofanetto.
Vuoi aggiungere qualcosa?
Mi pare abbiamo detto tutto, ti ringrazio e a presto.
Grazie mille della disponibilità da me e da il portale Zona Kalda Hip-Hop Planet.
A presto!
Wako-Uno
Info:
myspace.com/dargendamico
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